L'Adusbef non rinuncia alla battaglia, ingaggiata ormai da diversi anni, contro l'anatocismo, e con una nota ha annunciato che "è stata rimessa oggi con una ordinanza alla Corte Costituzionale, dal giudice del Tribunale ordinario di Benevento Andrea Loffredo" la modifica che il decreto Milleproroghe ha introdotto sul calcolo del termine di prescrizione per poter chiedere il rimborso degli interessi anatocistici (gli interessi maturati sugli interessi).
In particolare il Milleproroghe ha limitato la possibilità dei correntisti di poter fare causa alle banche per ottenere il rimborso degli interessi maturati con la pratica dell'anatocismo, facendo decorrere il termine di prescrizione di 10 anni dalla data in cui sono stati versati suddetti interessi, e non dalla chiusura del rapporto di conto corrente, come invece previsto dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione.
L'Adusbef specifica le motivazioni che hanno portato il giudice in tale direzione, che poggiano sul fatto che "sia la dottrina sia la giurisprudenza hanno sempre ritenuto che i contratti bancari di credito con esecuzione ripetuta di più prestazioni, sono contratti unitari, che danno luogo ad un unico rapporto giuridico, anche se articolato in una pluralità di atti esecutivi che la serie di versamenti, prelievi ed accreditamenti determina solo variazioni quantitative dell'unico originario rapporto.
Per cui solo con il conto finale si stabiliscono definitivamente i crediti e i debiti delle parti fra di loro e se ne determina l'esigibilità".
Alla luce di questa considerazione la disposizione introdotta con il Milleproroghe mostra tutta la sua " irragionevolezza" in quanto "sotto forma malcelatamente interpretativa, di fatto innova e si scontra non solo con la disciplina normativa e la natura giuridica propria delle operazioni bancarie in conto corrente di cui agli artt. 1852-1857 c.c. ma anche con il principio generale affermato dall'art. 2935 c.c. in tema di decorrenza della prescrizione".
Cristina Iadeluca
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