Novità sulle speranze di vita per le pensioni di anzianità
Novità sulle speranze di vita per le pensioni di anzianità. 

Cresce l'età pensionabile nel biennio 2019-2020. In pensione dunque 5 mesi più tardi: la conferma arriva dall’Inps, che con una nuova circolare ha illustrato i nuovi requisiti per l’uscita dal lavoro relativi al biennio 2019-2020, più severi a causa degli adeguamenti alla speranza di vita. L’Inps ha anche spiegato che, a causa delle modifiche apportate dalla legge di Bilancio 2018, la variazione della speranza di vita relativa al biennio 2021-2022 sarà pari alla differenza tra la media dei valori registrati nel biennio 2017-2018 e il valore registrato nell’anno 2016. A decorrere dal 2023, la variazione della speranza di vita relativa a ciascun biennio sarà pari alla differenza tra la media dei valori registrati nei singoli anni del biennio stesso.

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A partire dal 1' gennaio 2019 per la pensione anticipata sarà necessario perfezionare 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi di contributi per donne pari, rispettivamente, a 2249 settimane e a 2197 settimane di versamenti, contro i 42 anni e 10 mesi e 41 anni e 10 mesi previsti attualmente.

L'adeguamento coinvolgerà anche i lavoratori precoci di cui all'articolo 1, comma 199 della legge 232/2016: costoro dovranno raggiungere 41 anni e 5 mesi di contributi (2154 settimane) dai 41 anni tondi attuali.

Per la pensione di vecchiaia, fermo restando un minimo di 20 anni di contributi, occorrerà perfezionare 67 anni di età sia per gli uomini che per le donne dagli attuali 66 anni e 7 mesi attuali.

E' stata dunque rilasciata da parte dell'INPS ha la Circolare numero 62 del 4 aprile con la quale recepisce le novità su pensione di anzianità, vecchiaia e anticipata introdotte dal Decreto 5 dicembre 2017.

Con questa circolare in particolare l’Istituto previdenziale adegua i requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.

Nell’ultima legge di bilancio è stata introdotta invece la revisione del meccanismo di calcolo relativo, a partire dal 2021, all’adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione rispetto alla speranza di vita.

Quello che cambia in sostanza è che dal 1' gennaio 2019, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici risulteranno ulteriormente incrementati di cinque mesi e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva sono ulteriormente incrementati di 0,4 unità.

Il punto fermo per l’INPS all’ultimo adeguamento alla speranza di vita (1' gennaio 2016) che ha previsto l’incremento di 4 mesi e di 0,3 unità dei valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva, dal canto suo, resiste.

Comunque sia per il biennio 2019-2020, i soggetti per i quali continuano a trovare applicazione le disposizioni in materia di requisiti per il diritto alla pensione con il sistema delle cd. quote possono conseguire questo diritto.

Nel  caso in cui sono dipendenti pubblici o privati anzianità contributiva di almeno 35 anni, con età anagrafica minima di 62 anni e raggiungimento di quota 98, ma anche se autonomi iscritti all’INPS 63 anni di età, 35 anni di anzianità contributiva e raggiungimento di quota 99.

Ricordiamo che nella lettura dei criteri da usare per la determinazione della variazioni della speranza di vita, il cardine è che sono stati adeguati i requisiti di accesso al pensionamento.

In base agli incrementi della speranza di vita.

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FONTI:

Per il contenuto: Pensione di anzianità, vecchiaia e anticipata adeguate a speranza di vita, lavoroediritti.com, Antonio Maroscia, 5 aprile 2018.

Per l'immagine: www.we-news.com

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Articolo scritto da:

Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).