Le prime conseguenze economiche dopo la decisione della Fed di lasciare i tassi d'interesse invariati La decisione della Fed di lasciare i tassi invariati avrà delle ripercussioni sui mercati europei. A discapito delle previsioni di molti analisti finanziari, la FED non ha alzato i tassi d’interesse sia per non penalizzare le esportazioni, per via dell’aumento del prezzo del dollaro, sia per motivi legato alla situazione internazionale. Le preoccupazioni per la situazione economica in Cina ed in Europa suggeriscono cautela, data anche la crescente volatilità sui mercati emergenti.Quali saranno le conseguenze della decisone della FED? La scelta della Fed in primo luogo indebolirà il dollaro e rinforzerà l’euro, anche se la maggior parte dei membri della Fed continua a ritenere che un primo aumento dei tassi di interesse ci sarà quest'anno.Obiettivo principale della FED è quello di seguire delle politiche economiche che stimolino la crescita economica dei paesi europei in prims.

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L’annuncio di non alzare i tassi d’interesse da parte della Fed sembra esser una conferma del fatto che la politica monetaria americana si muove senza una regola chiara e fa annunci che poi non mantiene.

Sono trascorse ormai due settimane da quando la Federal Reserve a discapito delle previsioni di illustri analisti finanziari ha optato per l’opzione di lasciare invariati i tassi d’interesse.

Le motivazioni alla base di tale decisione sono abbastanza scontate: poiche l’economia americana continua a crescere ad un ritmo moderato – la spesa delle famiglie sta crescendo e il mercato immobiliare è migliorato – e poiché le esportazioni sono ancora troppo poco solide, un innalzamento dei tassi avrebbe implicato un aumento del prezzo del dollaro che avrebbe significato difficoltà ad esportare, dal momento che gli oggetti prodotti negli Stati Uniti sarebbero venuti a costare di più. 

Un rialzo del valore del dollaro e quindi un tasso d’interesse più alto avrebbe voluto dire anche una maggiore convenienza a tenere depositati i soldi nelle banche degli Stati Uniti.

La Federal Reserve (Fed) ha inoltre optato di rinviare il primo rialzo dei tassi negli Stati Uniti anche per via delle inquietudini internazionali su una possibile recessione mondiale.

La preoccupazione per la situazione economica della Cina ha portato volatilità sui mercati e, date lo stretto legame tra gli Usa e il resto del mondo, il presidente della Fed, Janet Yellen ha ritenuto di adottare una linea più cautelativa benchè la maggior parte dei membri della Fed continua a ritenere che entro il 2015 ci sarà comunque un primo aumento dei tassi di interesse.

Ma quali saranno le conseguenze nel breve termine della decisone della FED?

Che ripercussioni avranno sui mercati europei? La scelta della Fed in primo luogo indebolirà il dollaro e rinforzerà l’euro.

Il rafforzamento dell’euro dovrebbe condurre ad una maggiore crescita economica.

Dal canto suo la Banca Centrale Europea sta già cercando di incrementare le politiche di stimolo all’economia, sebbene il Quantitative Easing fin’ora non abbia funzionato come si sperava.

Il programma di stimolo economico della Banca Centrale Europea, che si è impegnata ad immettere più di un trilione di euro (1.100 miliardi dollari) nell'economia fino a settembre 2016 per rilanciare la domanda, non è riuscito fino a questo momento a produrre i risultati di crescita speratii sia in termini di PIL che di occupazione.

I dati comunicati da Eurostat relativi all'andamento del PIL europeo nel secondo trimestre del 2015 rispetto al trimestre precedente sono deludenti.

Le riflessioni di molti economisti ruotano intorno all’obbiettivo che in realtà la banca centrale statunitense sta cercando di raggiungere, cioè quello di normalizzare la sua politica di agevolazioni all’economia nei confronti dei mercati del resto del mondo.

Il vero problema però si annida soprattutto nelle grandi economie a crescita lenta del continente come la Francia, l’Italia, la Spagna e la Grecia.

Paesi privi di una strategia di politica economica e sviluppo che permetta loro di uscire dalla crisi che le attanaglia. Si spera quindi che le mosse della Fed, in una prospettiva perlomeno a breve termine, siano destinate ad avere ripercussioni positive.

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