Dow jones sale, il nasdaq scende

Ancora una volta per queste ultime sedute prima di salutare il 2010, gli indici azionari statunitensi hanno avuto un andamento contrastate.

Infatti il Dow Jones ha guadagnato lo +0,18% a 11,575.54 punti,con apertura a 11,554.80 punti (range 11,518.44 - 11,591.13), mentre il Nasdaq registra una perdita pari allo -0,2%, viceversa va con il segno positivo lo S&P 500 che avanza di un +0,1%.

Minerari e petroliferi hanno beneficiato dell'aumento dei prezzi delle materie prime: per i minerari vadiamo la crescita di Barrick Gold che ha guadagnato il +2,6%, Newmont Mining il +2,4% e Coeur d'Alene il +3,7%. Il prezzo dell'oro ha chiuso in rialzo dell'1,6%, quello dell'argento del 3,7% e quello del rame dell'1,2%. Nel settore petrolifero Exxon Mobil ha guadagnato lo 0,6% e Chevron l'1,2%. Anche il prezzo del petrolio ha chiuso a New York in rialzo dello 0,5%.

Bene nel settore auto General Motors che ha guadagnato un +2,1%, con l'aiuto di J.P. Morgan e Morgan Stanley che hanno avviato la copertura sul titolo del colosso dell'auto con "Overweight". I titoli dei costruttori edili hanno risentito dei dati macro sul prezzo della vendita delle case (S&P/Case-Shiller) in calo dell0 -0,8%,mentre ci si attendeva un aumento del +1%, per cui Lennar ha perso l'1%, D.R. Horton il 3%, Pulte Group l'1,6% e KB Home il 2,3%.

In particolare possiamo notare, per quanto riguarda lo stato di salute degli Stati uniti, che nche se la Federal Reserve ha rivisto le stime sul Pil di quest’anno al ribasso, il quadro macro in generale per la maggior parte dei suoi indici ha raggiunto valori al di sopra delle attese. Nel lavoro nell’ultimo periodo gli stipendi sono migliorati, anche se rimangono sotto i massimi del 2008, e c'è una progressiva diminuzione nel numero delle richieste di sussidi di disoccupazione.

 

Nelle sue ultime analisi, la Fed si aspetta che il tasso dei senza lavoro resti intorno all’8% almeno fino al 2013, ma in questo caso ci sarebbero problemi per la domanda interna, anche se gli stipendi dovessero continuare a crescere. Gli operatori, nel frattempo, stanno cercando di studiare gli effetti dell’ultima manovra decisa dal governo per dare una spinta dell’economia, che prevede l’acquisto da parte della Federal Reserve di bond per un totale di 600 miliardi di dollari (il cosiddetto Quantitative Easing2 o QE2).

"La mossa ha attratto qualche critica e molto scetticismo", dice lo studio di Morningstar. "Qualcuno si chiede se questa operazione da sola basterà. Alcuni paventano il rischio di una crescita dell’inflazione. In realtà secondo noi l’istituto centrale ha semplicemente preso atto dei dati sui prezzi al consumo che indicavano una situazione vicina alla deflazione e hanno agito di conseguenza. Il vero pericolo, a questo punto, è che la corsa dei prezzi diventi troppo veloce costringendo la banca a un improvviso rialzo dei tassi".

 

Cristina Iadeluca..published by Manager_Alessandro Bechis

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