Dopo la comunicazione del prezzo stabilito per l'Offerta pubblica di acquisto delle azioni della a.s. Roma, c'è stata una pioggia di vendite che hanno fatto precipitare il titolo in borsa. L'Adoc contattata da moltissimi piccoli azionisti ha comunicato che segnalerà l'accaduto alla Consob e valuterà la possibilità di portare avanti una class action.
Il presidente dell'Adoc Carlo Pileri ha dichiarato che "I piccoli azionisti dell'A.S.Roma sono infuriati per il crollo delle proprie azioni, a centinaia si stanno rivolgendo all'Adoc denunciando quanto accaduto negli ultimi giorni il prezzo stabilito per l'Opa che dovranno lanciare i nuovi proprietari americani della società A.S.Roma, pari a 0,67 euro, è inferiore di oltre il 40% al valore delle azioni registrato venerdì di 1,16 euro.
Un duro colpo per le migliaia di azionisti, la maggior parte anche tifosi, della società di calcio capitolina, che nell'arco di un weekend hanno visto scendere il valore delle proprie azioni di circa il 40%.
L'Adoc si impegna a segnalare alla Consob questa situazione non trasparente e penalizzante i piccoli azionisti e sta valutando la possibilità di attivare una class action a difesa dei diritti e degli interessi degli investitori .
Chiediamo, inoltre alla società di comunicare cosa intende fare per risarcire il grave danno subito dai risparmiatori e dai tifosi della Roma."
Quello che sorprende è come mai i piccoli azionisti non si siano rivolti 'agli esperti' del settore finanziario, come le stesse banche tramite le quali hanno a suo tempo acquistato le azioni della a.s. Roma, per trovare delle risposte su ciò che la temuta OPA comporterà.
Solo per puntualizzare e chiarire qualche punto, l'ordinamento impone ad un acquirente che venga a detenere a titolo oneroso una partecipazione in una società italiana quotata superiore al 30% il lancio di un'OPA ( Art. 106 ( Offerta pubblica di acquisto totalitaria)1.
Chiunque, a seguito di acquisti, venga a detenere una partecipazione superiore allasoglia del trenta per cento promuove un'offerta pubblica di acquisto rivolta a tutti i possessori dititoli sulla totalità dei titoli ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato in loro possesso.
2. Per ciascuna categoria di titoli, l'offerta è promossa entro venti giorni a un prezzo noninferiore a quello più elevato pagato dall'offerente e da persone che agiscono di concerto con ilmedesimo, nei dodici mesi anteriori alla comunicazione di cui all'articolo 102, comma 1, per acquisti di titoli della medesima categoria.
Qualora non siano stati effettuati acquisti a titolo oneroso di titoli della medesima categoria nel periodo indicato, l'offerta è promossa per tale categoria di titoli ad un prezzo non inferiore a quello medio ponderato di mercato degli ultimi dodici mesi o del minor periodo disponibile. Ci sono delle ipotesi che possono far ottenere dalla Consob l'autorizzazione a stabilire un prezzo superiore o inferiore).
Ovvero il lancio di un'Offerta Pubblica di Acquisto, per la quale deve si seguire tutta una serie di adempimenti tra i quali la comunicazione del prezzo che si intende pagare per l'acquisto delle azioni.
Ma l'ordinamento è chiaro, parla di Offerta quindi non vi è nessun obbligo a vendere da parte dei singoli azionisti, ed anche il prezzo non viene stabilito 'a caso' ma si deve tener conto di una serie di condizioni.
Il legislatore ha voluto tutelare i piccoli azionisti con l'OPA obbligatoria, in base al principio secondo il quale se all'azionista non piace o non si fida dei risultati che potranno essere raggiunti dalla nuova gestione, può in questo modo uscire dalla sua partecipazione nella società, ma se tuttavia ritiene che la nuova gestione possa portare a dei buoni risultati ( da questo dipende la fiducia nel titolo e quindi l'apprezzamento del valore del titolo nelle quotazioni) allora non c'è nessun obbligo a vendere, ma ci si tiene le proprie azioni, e si guarda al futuro.
Essendo una tutela garantita ai piccoli azionisti, l'operazione di acquisto da parte del/dei nuovi proprietari non diventa inefficacie nell'ipotesi in cui non ci dovessero essere delle adesioni da parte dei piccoli azionisti durante l'OPA obbligatoria (anzi se volesse mantenere la quotazione la nuova gestione dovrebbe poi ripristinare il flottante, ovvero rimettere una certa quantità di azioni nel mercato).
Quindi la scelta dei piccoli azionisti della a.s. Roma dovrebbe poggiare sulla convenienza economica (semplice comparazione tra il prezzo di acquisto e quello di vendita), e su ciò che si ritiene potrà accadere con la nuova gestione ( ovvero se si crede o no sul progetto della cordata americana, alla quale sembra aver aderito anche Unicredit, con la sua partecipazione al 40% della newco fatta con DiBenedetto), se si ritiene che la nuova gestione porterà dei risultati apprezzabili allora ci si tiene le proprie azioni e si ignora l'Opa.
Un vecchio principio nell'ambito della finanza ribadisce che fino a quando non vendo a un prezzo più basso di quello di acquisto di fatto non ho subito nessuna perdita, la perdita c'è solo nel caso in cui decido ugualmente di vendere e consolido così la perdita.
Cristina Iadeluca
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